TRAUMATOLOGIA DELLO SPORT
Lesione cuffia dei rotatori
Quali sono i sintomi di una rottura della cuffia?
I principali sintomi sono dolore e impossibilità a muovere la spalla. La lesione è spesso traumatica in seguito a cadute o trazioni improvvise della spalla. I pazienti giovani e sportivi sono particolarmente soggetti a questo genere di lesioni.
Perché operarsi?
Per ristabilire la corretta mobilità e ripristinare la completa funzionalità, oltre ad eliminare il dolore.
In cosa consiste l’intervento?
Viene eseguito in artroscopia e consiste nell’andare a suturare la lesione della cuffia con fili di sutura e ancorette in modo da stabilizzare il costrutto sull’osso. Spesso soprattutto in pazienti più anziani con tendinopatie di altri tendini della cuffia coesistenti, per eliminare il dolore possono essere associati altri gesti chirurgici come la tenotomia del capo lungo del bicipite.
Cosa si deve aspettare dopo l’intervento?
L’intervento è in day casequindi dopo poche ore dall’intervento il paziente può tornare a casa. Il paziente dovrà indossare un tutore per spalla con ripresa graduale dell’articolarità e, dopo aver levato i punti di sutura, iniziare la fisioterapia. Nel giro di tre mesi si può già aspettare un soddisfacente recupero funzionale della spalla operata.
Instabilità di spalla e lussazioni recidivanti
Quali sono i sintomi?
La lussazione della spalla è definita dalla perdita di rapporti articolari con fuoriuscita della testa dell’omero dalla sua sede anatomica, la glena scapolare. La lussazione della spalla si accompagna spesso ad un danno da impatto sulla testa dell’omero (lesione di Hill Sachs) e sulla glena (lesione di Bankart) oltre alla lesione del “manicotto” fibroso che unisce la testa omerale alla glena, la capsula articolare con i legamenti (gleno-omerali) di rinforzo.
La spalla del lanciatore definisce un insieme di alterazioni patologiche che si producono nella spalla di atleti che praticano sport dove il braccio viene caricato al di sopra del livello delle spalle (pallavolo, tennis, baseball ed anche basket). I movimenti in carico e lo stress articolare ripetuto portano ad un’accentuazione della lassità capsulare (lassità patologica e microinstabilità) con conseguente abnorme movimento di rotazione/scorrimento della testa omerale ed usura patologica della cuffia e del cercine glenoideo.
Perché operarsi?
L’attesa può comportare il ripetersi della lussazione, che comporta una progressione del danno sia a livello osseo e cartilagineo, sia a livello capsulo-legamentoso. Questo può comportare una variazione sia del possibile risultato chirurgico (i migliori risultati si hanno al di sotto dei 3 episodi di lussazione), sia dell’invasività dell’intervento.
Per i soggetti/pazienti sportivi secondo le evidenze scientifiche più recenti può essere indicato l’intervento di stabilizzazione artroscopica anche dopo il 1° episodio. Quando il danno osseo e capsulolegamentoso supera un certo limite non è indicato procedere in artroscopia. I pazienti giovani si possono operare. L’intervento correttamente eseguito non “interferisce” negativamente sulla crescita, anche se nei pazienti al di sotto dei 20 anni riscontriamo risultati soddisfacenti in misura lievemente inferiore (ca 90% dei casi contro oltre il 95% a parità di corretta esecuzione tecnica ed indicazioni per intervento).
In cosa consiste l’intervento?
L’intervento è finalizzato a ritensionare la capsula ed i legamenti della spalla che hanno perso tensione e funzionalità dopo la lussazione. In artroscopia, vengono inserite mini-ancorette (circa 3 mm di diametro) di materiale metallico o riassorbibile che con i relativi fili di ancoraggio “riattaccano” e “ritensionano” la capsula ed i legamenti di rinforzo della capsula stessa. Con queste ancorette è possibile anche reinserire piccoli frammenti di osso distaccatisi con la lussazione (Bankart ossea). In caso di riscontrati difetti ossei di minore entità si può attuare una tecnica particolare che reinserisce la cuffia sul difetto/buco osseo a colmarlo, la tecnica prende il nome di remplissage. Se i tessuti non consentono il trattamento in artroscopia, l’intervento più “affidabile” secondo le evidenze scientifiche è quello di Latarjet che prevede il distacco di una piccola “bratta ossea”, la coracoide della scapola con il tendine ad essa inserito che viene trasposta al margine inferiore della glena e fissata con viti a stabilizzare la spalla sia come barriera ossea sia come “barriera” dinamica tendinea.
Cosa aspettarsi dopo l’intervento?
Il paziente dovrà indossare un tutore per spalla con ripresa graduale dell’articolarità e, dopo aver levato i punti di sutura, iniziare la fisioterapia. Nel giro di sei mesi si può già aspettare un soddisfacente recupero funzionale della spalla operata con ripresa graduale delle attività sportive.
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