TRAUMATOLOGIA DELLO SPORT
Rottura traumatica acuta del tendine d’Achille
Quali sono i sintomi di una rottura del tendine d’Achille?
Il tendine d’Achille è il più voluminoso tendine del corpo e permette la deambulazione e la spinta data dal tricipite della sura. I principali sintomi sono dolore e impossibilità a deambulare correttamente. La lesione è spesso traumatica durante attività sportiva, oppure su base degenerativa del tendine. I pazienti giovani e sportivi sono particolarmente soggetti a questo genere di lesioni.
Perché operarsi?
Per ristabilire la continuità del tendine e permettere la corretta deambulazione, oltre ad eliminare il dolore.
In cosa consiste l’intervento?
Viene eseguito con varie tecniche, da quella mininvasiva a mini-open, e consiste nell’andare a suturare la lesione con fili di sutura molto resistenti.
Cosa si deve aspettare dopo l’intervento?
L’intervento è in day caseed effettuato in anestesia loco-regionale, quindi dopo poche ore dall’intervento il paziente può tornare a casa. Il paziente dovrà indossare un gesso in equino per tre settimane in modo da permettere una cicatrizzazione soddisfacente e in seguito un tutore tipo Aircastcon cunei da rimuovere ogni due settimane. Nel giro di tre mesi si inizia la fisioterapia, che deve essere costante. Una ripresa funzionale soddisfacente si deve aspettare tra i 6 e i 9 mesi con ripresa delle attività sportive dopo i 9 mesi.
Lesioni osteocondrali del domus astragalico
Quali sono i sintomi di una lesione osteocondrale?
I principali sintomi sono dolore al carico e alla mobilizzazione della caviglia, lieve gonfiore e, talvolta, blocco articolare.
Perché operarsi?
Principalmente per eliminare il dolore e ridare piena mobilità all’articolazione laddove si era verificato un blocco articolare e promuovere la crescita cartilaginea e la rigenerazione.
In cosa consiste l’intervento?
Consiste nel rimuovere il frammento osteocondrale, causa del dolore e del blocco articolare, per via artroscopica. In caso di pazienti giovani con lesioni con tecniche di medicina rigenerativa possiamo ricoprire la lesione della cartilagine promuovendo la rigenerazione e la crescita cellulare all’interno della lesione.
Cosa si deve aspettare dopo l’intervento?
L’intervento è in day casequindi dopo poche ore dall’intervento il paziente può tornare a casa. In caso di interventi sulla cartilagine, il paziente per tre settimane dovrà stare in discarico. Dopo questo periodo può iniziare la fisioterapia. Nel giro di tre mesi si può già aspettare un pieno recupero funzionale e dopo 6-9 mesi la ripresa dell’attività sportiva
Distorsioni ed instabilità di caviglia
Quali sono i sintomi?
Le distorsioni della caviglia sono tra i traumi più frequenti tra gli sportivi e in particolare dei giocatori di calcio e sono la causa di stop prolungati e frequenti durante il campionato. I sintomi sono dolore in seguito all’evento traumatico con gonfiore e limitazione funzionale.
Perché e quando operarsi?
La maggior parte delle distorsioni vengono trattate conservativamente con terapie manuali, recupero muscolare e propriocettivo per diminuire il rischio di recidiva.
L’intervento chirurgico, invece, è consigliato nel caso permanesse una sensazione di instabilità della caviglia o nel caso di lesioni associate come lesioni condrali o impingment anteriore della caviglia (vedi sopra).
Lesioni muscolo-tendinee
Rottura traumatica acuta del tendine d’Achille
Quali sono i sintomi di una rottura del tendine d’Achille?
Il tendine d’Achille è il più voluminoso tendine del corpo e permette la deambulazione e la spinta data dal tricipite della sura. I principali sintomi sono dolore e impossibilità a deambulare correttamente. La lesione è spesso traumatica durante attività sportiva, oppure su base degenerativa del tendine. I pazienti giovani e sportivi sono particolarmente soggetti a questo genere di lesioni.
Perché operarsi?
Per ristabilire la continuità del tendine e permettere la corretta deambulazione, oltre ad eliminare il dolore.
In cosa consiste l’intervento?
Viene eseguito con varie tecniche, da quella mininvasiva a mini-open, e consiste nell’andare a suturare la lesione con fili di sutura molto resistenti.
Cosa si deve aspettare dopo l’intervento?
L’intervento è in day caseed effettuato in anestesia loco-regionale, quindi dopo poche ore dall’intervento il paziente può tornare a casa. Il paziente dovrà indossare un gesso in equino per tre settimane in modo da permettere una cicatrizzazione soddisfacente e in seguito un tutore tipo Aircastcon cunei da rimuovere ogni due settimane. Nel giro di tre mesi si inizia la fisioterapia, che deve essere costante. Una ripresa funzionale soddisfacente si deve aspettare tra i 6 e i 9 mesi con ripresa delle attività sportive dopo i 9 mesi.
Tendinopatia rotulea
Quali sono i sintomi?
Il dolore al tendine rotuleo è una patologia frequente negli sportivi, in particolare negli sport che prevedono salti e scatti di potenza od in seguito ad un sovraccarico ripetuto del gesto atletico o di attività lavorative gravose (“ginocchio del saltatore”). Come fattori predisponenti sono stati individuati patologie endocrine (vedi tiroide ad esempio), squilibri muscolari.
Perché operarsi?
Il trattamento indicato nasce quindi dalla diagnosi corretta con analisi accurata della condizione del tendine e del paziente/atleta in toto.
Il trattamento conservativo comprende l’utilizzo della terapia fisica (laser di ultima generazione e tecar terapia per citare gli approcci più innovativi, onde d’urto, terapia infiltrativa con cortisone (da utilizzare in misura limitata) e con acido ialuronico. In quest’ambito il trattamento con PRP della tendinite ha dimostrato una potenziale efficacia sulla riduzione della sintomatologia.
In che consiste il trattamento chirurgico?
Il trattamento chirurgico invece, comprende interventi in artroscopia o con tecniche open che prevendono scarificazione del tendine ed escissione delle aree tendinopatiche.
Cosa aspettarsi dopo l’intervento?
La ripresa delle attività varia da un periodo di 6-9 mesi. La fisioterapia deve essere eseguita in maniera costante per evitare recidive e/o dolore costante alla ripresa.
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Epicondilite (Gomito del tennista)
Nel tennis l’articolazione del gomito viene sollecitata durante tutte le fasi del gioco. Questo sovraccarico a volta procura tendinopatie in particolare a livello dell’inserzione dei muscoli estensori del polso in corrispondenza dell’epicondilo laterale del gomito.
È una condizione che si può verificare frequentemente nei giocatori che si allenano spesso e non è raro che si instauri un processo cronico difficile da guarire.
Nel caso si instauri questa infiammazione le terapie fisiche, iniezioni di concentrati piastrinici purificati (PRP) e tutori di scarico, possono aiutare a curare questo problema. Nel caso le terapie conservative non avessero beneficio a volte è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Epitrocleite (Gomito del golfista)
L’articolazione del gomito viene sollecitata bruscamente durante lo swing. Questo sovraccarico a volta procura delle tendinopatie in particolare a livello dell’inserzione sui muscoli flessori del polso a livello dell’epicondilo mediale del gomito. È una condizione che causa dolore e inabilità allo sport.
Rappresenta tra il 7 e il 27% di tutte le lesioni e tra il 10 e il 20% di tutte le epicondiliti. Le cause sono attribuibili ad un’impugnatura scorretta, a stress ripetuti in valgo o in prono-supinazione.
Terapie fisiche, iniezioni di concentrati piastrinici purificati (PRP), tutori di scarico possono aiutare a curare questo problema. Nel caso le terapie conservative non avessero beneficio a volte bisogno ricorrere all’intervento chirurgico.
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